Burnout universitario: sintomi, cause e soluzioni
Che cos’è il burnout universitario?
Burnout è un termine di origine anglosassone che significa letteralmente esaurimento, crollo o surriscaldamento. Esso indica un insieme di sintomi che sono causati da una condizione di stress cronico e persistente solitamente associata al contesto lavorativo. Tale fenomeno colpisce anche l’ambiente accademico; veniamo a conoscenza, sempre più spesso, di studenti che soffrono di “burnout universitario”.
Ma cosa si può fare per evitarlo? Per rispondere a questa domanda dobbiamo capire bene di che cosa si tratta e quali sono le cause di questa sindrome.
I sintomi principali
Il primo modello che mette in evidenza i sintomi di tale sindrome è stato proposto da Cristina Maslach, psicologa e sociologa dell’Università di Berkeley, in California.
I sintomi da lei individuati sono i seguenti:
- Esaurimento emotivo: stanchezza, mancanza di energia fisica e psichica.
- Depersonalizzazione: perdita di un atteggiamento positivo verso sé stessi, il mondo e gli altri.
- Mancanza di realizzazione professionale: rabbia, frustrazione, calo di autostima e desiderio di cambiare o abbandonare il proprio lavoro.
Esaminando questo modello possiamo notare come queste manifestazioni caratterizzino, attualmente, non solo i lavoratori, ma anche numerosi studenti universitari.
Oggi, infatti, con il termine burnout, ci si riferisce a una situazione in cui non si riesce ad affrontare lo stress a causa di un carico eccessivo di responsabilità o alla lista infinita di obiettivi troppo ambiziosi da raggiungere. “Questa è una situazione comune soprattutto tra gli studenti dei primi anni di università”, lo afferma Enrico Montanari, specialista in neurologia.
Ma come mai succede questo? A tal proposito, possiamo elencare alcune motivazioni che secondo gli studenti portano alla sindrome di burnout.
Le cause
Una delle cause principali è la pressione al conformarsi a un modello di perfezione accademica, che mette a disagio chi fatica a stare al passo con lezioni ed esami.
Alcuni studenti hanno condiviso le proprie esperienze a riguardo.
Una ragazza, ad esempio, racconta che, dopo aver cercato per anni di essere una studentessa modello, ha rallentato gli studi a seguito di problemi personali e, a causa di queste difficoltà, prima si è isolata e, successivamente, è entrata in uno stato depressivo.
Un’altra studentessa afferma, invece, che spesso sono le ambizioni dei genitori motivo di pressione e stress.
Altri ragazzi parlano di senso di colpa nei confronti della famiglia, di non sentirsi compresi e di aver deluso le aspettative.
Un’indagine condotta dal sito “Scuola.net” ha rivelato che gli studenti si sentono sempre più vulnerabili di fronte alle pressioni sociali, alle aspettative familiari e alla paura del fallimento. Un esempio significativo è rappresentato dalle domande sulla carriera universitaria, spesso poste da familiari o conoscenti, che diventano fonte di forte stress e pressione. Questi interrogativi finiscono per alimentare il senso di inadeguatezza in chi già si percepisce come “sbagliato”, ad esempio per essere in ritardo con gli esami o fuori corso.
Le aspettative sono, inoltre, una delle cause che spesso spinge i ragazzi a dire bugie. Questo comportamento può apparentemente sembrare una strategia efficace nel breve termine, ma, in realtà, è solo un palliativo che, con il passare del tempo, può diventare un problema sempre più difficile da gestire. A tal proposito, andrebbero valutati i motivi che rendono difficile informare la famiglia delle difficoltà riscontrate negli studi. Tra questi, si ipotizza possa esserci la paura della reazione dei familiari e quella di deluderli.
Un altro problema riscontrato è il confronto con gli altri. Gli studenti tendono a sentirsi inferiori ai loro colleghi quando prendono un voto più basso o sono più indietro nello studio. Questo fa nascere in loro un forte senso di invidia ma, soprattutto, di rabbia e frustrazione. Inoltre, il confronto porta spesso a un abbassamento notevole della loro autostima e ad adottare un atteggiamento negativo rispetto allo studio. Sintomi che, come affermato poco sopra, sono tipici della sindrome di burnout.
Dunque, cosa possiamo fare per evitare tutto questo o aiutare chi ne sta soffrendo?
L’importanza di saper chiedere aiuto
Innanzitutto, è fondamentale che gli studenti sappiano di poter chiedere aiuto nei momenti di difficoltà, senza sentirsi deboli o “in difetto”. Il primo sostegno a volte può arrivare dalla famiglia, dagli amici o proprio dai colleghi del corso. Ma, spesso, questo manca o è insufficiente. In questi casi, è bene rivolgersi a un professionista, come un tutor, che possa aiutare a organizzare lo studio in modo più efficace, o uno psicologo, approfittando dei servizi psicologici messi a disposizione dalla propria università, se presenti.
Tuttavia, spesso le persone non sanno di aver bisogno di aiuto perché non conoscono i sintomi del burnout e, quindi, la situazione si protrae e peggiora con il passare del tempo. Identificare la sindrome fin dal primo momento è essenziale per intervenire immediatamente ed evitare conseguenze sempre più severe.
Il burnout non si manifesta quasi mai all’improvviso, ma è infatti il risultato di un processo graduale. All’inizio, lo studente cerca di fare tutto alla perfezione, preparando tanti esami contemporaneamente e rispettando sempre le scadenze assegnate. Tuttavia, il carico con il tempo diventa sempre più pesante e questo associato, ad esempio, a poco riposo e alla mancanza di un’organizzazione efficiente, può portare a un vero e proprio sfinimento psichico.
Nella maggior parte dei casi il burnout, si sviluppa in modo subdolo: spesso chi ne soffre non se ne accorge e sottovaluta i primi campanelli d’allarme, come insonnia, mal di stomaco e poca motivazione nello studio.
A tal proposito, è importante ricordare che il burnout può manifestarsi in diverse forme e coinvolgere sia aspetti emotivi che fisici. Essi variano in ognuno di noi, ma tra quelli più comuni possiamo sicuramente citare i seguenti:
- Affaticamento cronico
- Ansia e stress che potrebbero causare problemi digestivi quali dolori addominali, bruciori di stomaco e nausea
- Improvviso aumento o perdita di peso causato da cattive abitudini alimentari
- Difficoltà di concentrazione
- Pianto frequente
Dunque, ora che abbiamo capito di cosa si tratta e quali sono le cause principali, come fare a prevenire il burnout?
Come prevenire il burnout
Ecco alcuni consigli che potrebbero essere di aiuto per evitare il burnout:
- Dormire a sufficienza
- Mantenere una dieta equilibrata.
- Dedicare tempo alle proprie passioni e attività fisica.
- Fissare obiettivi realistici.
- Pianificare lo studio definendo delle priorità.
Riconoscere il burnout e riuscire ad affrontarlo per tempo può fare la differenza. L’università è una sfida, ma non deve diventare una fonte di sofferenza insostenibile: il benessere mentale deve essere una priorità.